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Alberto BertucciSindaco di Nemi

Risanamento Lago di Nemi

Il Sindaco intervistato sull’abbassamento del lago: “Il nostro Comune ha dato acqua per secoli ai Castelli Romani. Ora il servizio torni indietro”

22 / agosto / 2024

Oltre quattro metri e mezzo sotto il livello dell’emissario, due metri persi in tre anni, vale a dire 9 milioni di metri cubi di acqua, e circa il 30 per cento dell’acqua che alimenta il lago di Nemi che finisce negli acquedotti della zona.

 

Sono questi i numeri evidenziati nel corso dei servizi mandati in onda nei giorni scorsi dai media nazionali in merito al progressivo abbassamento del lago di Nemi, ai Castelli Romani. Un problema che, al pari di quanto sta accadendo al vicino Lago Albano, a Castel Gandolfo, rischia di tramutarsi in disastro ambientale, e sul quale molte associazioni ambientalistiche stanno sensibilizzando da anni, chiedendo interventi concreti per invertire il processo di prosciugamento.

Intervistato, il Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, ha parlato di caldo record, del calo delle precipitazioni, ma soprattutto della responsabilità dell’uomo.

“La falda si è abbassata e le sorgenti sono secche” ha sottolineato il Primo Cittadino, annunciando un vertice a settembre con il presidente di Acea Ato 2 ed il segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, per dare un futuro al lago castellano. Una delle ipotesi è quella di convogliare le acque piovane all’interno del bacino, ma tutti i progetti fino ad oggi sono rimasti sulla carta.

“Il nostro comune ha dato acqua per secoli a metà dei Castelli Romani – ha sottolineato Bertucci – è arrivato il momento di questo servizio venga restituito al nostro lago”. In merito, proprio nelle settimane scorse, è stato approvato dal comune nemorense un progetto di recupero dell’antico edificio di via del Perino, ora abbandonato, che fungeva da serbatoio dal quale l’acqua veniva pompata nei Comuni limitrofi.

Il lago di Nemi è un piccolo gioiello naturalistico, meta di numerosi turisti, che ne apprezzano il contesto incontaminato. Intervistato dalle tv nazionali anche Carlo Catarci, che da anni porta avanti l’allevamento del pesce Coregone e che, di giorno in giorno, controlla l’abbassamento del livello del lago, che ha tra l’altro provocato l’emersione in superficie del canneto, tramutatosi in mucillagine a ridosso della riva.

Un ulteriore problema, affatto trascurabile, è rappresentato dalla minore pressione esercitata dall’acqua sulle pareti del bacino lacustre, ex cratere vulcanico, su un terreno che soffre inevitabilmente di un grave dissesto idrogeologico.
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